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I temi dell'ultimo Open space

Il presente testo offre una panoramica qualitativa delle tematiche trattate e delle considerazioni emerse durante l’ottavo open space della Convenzione sull’Autonomia, che ha avuto luogo all’EURAC di Bolzano. Senza l’ambizione di poter fornire un riassunto esaustivo, si approfondiscono diverse questioni e argomenti con l’intento di illustrare anche le posizioni controverse. Il riassunto si basa sui verbali redatti dai partecipanti ai gruppi di lavoro. Per consultare i testi originali si rimanda alle trascrizioni complete dei verbali. In tutto sono state affrontate 35 tematiche e consegnati altrettanti verbali al Segretariato della Convenzione. Le proposte contenute nei verbali sono state raggruppate in 14 ambiti tematici (in ordine alfabetico), che corrispondono in larga parte a quelli definiti nei precedenti open space.

1. Ampliamento dell’autonomia

Da un lato l’autonomia è considerata un pilastro essenziale per la tutela delle minoranze, il cui annullamento sarebbe visto come un passo indietro. Le discussioni sull’autonomia dovrebbero coinvolgere tutta la società. Dall’altro lato l’autonomia si reputa “svuotata” e al massimo rappresenta una buona soluzione transitoria in prospettiva di una futura indipendenza o del ritorno all’Austria. Allo Stato dovrebbero restare solo due-tre competenze e si dovrebbe garantire la certezza del diritto per le competenze affidate alla Provincia (sopprimendo tra l’altro la clausola di supremazia). Si osserva che il centralismo riguarda anche altre Regioni. In pratica l’autonomia dovrebbe svilupparsi come segue: competenze primarie in ambito sanitario; trasferimento dell’Agenzia delle entrate alla Provincia; principi a tutela del territorio e per evitare l’espansione urbana in ambito urbanistico; competenze primarie sulle politiche di immigrazione e la gestione delle frontiere; autonomia in ambito sportivo (bandiera, inno, comitato olimpico propri); un secondo grado della giustizia amministrativa a Bolzano; internazionalizzazione della Camera arbitrale presso la Camera di commercio; riconoscimento dell’autonomia delle banche di credito cooperativo in Alto Adige nello Statuto di autonomia. Ai sensi del principio di sussidiarietà, le competenze provinciali dovrebbero essere trasferite ai Comuni: a tal fine si dovrebbero stabilire le relative condizioni tenendo in considerazione il ruolo del capoluogo provinciale.

 

2. Autodeterminazione/indipendenza

Le opinioni relative all’indipendenza dell’Alto Adige sono controverse. Da un lato si chiede il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione nello Statuto di autonomia e una consultazione in relazione all’autodeterminazione. Dall’altro lato il sogno di uno Stato indipendente viene definito come irrealistico ed economicamente non attuabile. Altri ritengono invece possibile la costituzione di uno Stato indipendente, in ragione della buona situazione economica dell’Alto Adige. Gli italiani in Alto Adige dovrebbero essere coinvolti in questo processo. Si menziona la Svizzera quale modello di riferimento per un’amministrazione autonoma e una convivenza tra gruppi linguistici differenti. Si afferma che l’Alto Adige appartenga all’Austria. Una conferenza internazionale su territorio neutrale dovrebbe deliberare sul futuro politico-territoriale dell’Alto Adige.

 

3. Cultura

Lo Statuto di autonomia dovrebbe tenere in considerazione le differenti forme identitarie. La cultura dovrebbe essere vissuta, anche in famiglia, poiché contribuisce a trasmettere ai figli le proprie radici. Gli usi e i costumi provengono dal passato; ne devono nascere anche di nuovi. L’autonomia dovrebbe rafforzare le radici culturali per favorire l’apertura verso l’esterno. La pluralità culturale va preservata. Le associazioni culturali giovanili dovrebbero ricevere un sostegno finanziario e in ambito burocratico, ma non se hanno tendenze nazionalistiche. Dei mediatori bilingui potrebbero far sì che tra la cultura italiana e tedesca si sviluppi un rapporto reciproco.

 

4. Euregio

I Consigli provinciali dovrebbero trasferire competenze all’Euregio, le cui delibere dovrebbero avere efficacia vincolante nei confronti degli Stati nazionali. Altre questioni sono la cooperazione tra università, il biglietto euroregionale per i mezzi di trasporto pubblici, i campionati sportivi transfrontalieri, la creazione di un senso di appartenenza al territorio dell’Euregio attraverso i media nonché una maggiore partecipazione dei cittadini per le questioni di interesse comune.

 

5. Immigrazione

L’immigrazione è un argomento di discussione molto controverso. Si dovrebbe mettere fine ai conflitti che hanno scatenato l’ondata di profughi di guerra e fornire un sostegno alla ricostruzione delle zone di guerra. Erigere barriere non rappresenterebbe una soluzione. Un altro partecipante sostiene che le barriere sarebbero necessarie, poiché a causa dei cambiamenti climatici dall’Africa potrebbero potenzialmente giungere in Europa 200 milioni di persone. Limitare l’immigrazione sarebbe necessario per garantire l’efficacia delle misure. Poiché esistono tecnologie per aumentare i raccolti, i cambiamenti climatici non dovrebbero essere considerati una motivazione di fuga dai Paesi d’origine. Si esige la competenza primaria nell’ambito delle politiche di immigrazione e si mette in guardia dal rischio di creare società parallele: “noi” non possiamo accoglierli tutti. Chi viene qui dovrebbe adattarsi, non avanzare pretese e non delinquere. L’accoglienza a un numero elevato di profughi andrebbe a discapito della qualità della vita. Dall’altro lato si menziona l’esempio positivo di Terlano.

 

6. Ladinia

In regione si dovrebbe istituire un ente territoriale unitario ladino con competenze in ambito amministrativo e legislativo sul modello del Belgio. Oltre ai normali compiti di amministrazione del territorio, questo dovrebbe possedere competenze anche nell’ambito della tutela e dello sviluppo della lingua ladina, della toponomastica, della cultura, degli usi e costumi e dell’istruzione. Per le elezioni politiche si dovrebbe istituire una circoscrizione elettorale comune a tutte le valli ladine. Si reputa che la cooperazione dei ladini dal punto di vista linguistico sia fondamentale per la loro sopravvivenza. La Svizzera sarebbe un esempio da seguire.

 

7. Partecipazione dei cittadini

Si sottolinea l’importanza della coscienza collettiva e della responsabilità individuale. I diritti dei cittadini hanno due aspetti: diritti e doveri. Si dovrebbero promuovere il senso civico, la maturità e la partecipazione ai sensi del principio di sussidiarietà, ad esempio in caso di progetti di urbanizzazione e di insediamenti produttivi. La cultura partecipativa dovrebbe trovare fondamento nello Statuto di autonomia. Esempi significativi sono gli incontri con i cittadini in forma di open space, le iniziative educative delle scuole, la possibilità di godere del diritto all’informazione.

 

8. Preambolo

 

Il preambolo dovrebbe menzionare valori, principi e diritti dell’uomo oltre a diritti e doveri dei singoli ai fini di una società orientata al bene comune, la quale è considerata l’obiettivo primario della legislazione. In particolare con riferimento alle aziende pubbliche sottoposte all’obbligo di verifica dell’efficacia delle proprie attività, si sostiene l’orientamento ai principi economici del bene comune e la redazione di bilanci del bene comune. Dovrebbero essere inoltre accolti nel preambolo allo Statuto il ruolo di potenza tutrice dell’Austria e il concetto di “minoranza austriaca”, come anche il diritto alla doppia cittadinanza.

 

9. Proporzionale e plurilinguismo

Alcuni definiscono la proporzionale un pilastro fondamentale dell’autonomia e strumento inderogabile di tutela di tutti i gruppi linguistici. Per altri è impensabile rendere dichiarazioni di appartenenza linguistica non corrispondenti: la proporzionale sarebbe superata. Dovrebbe essere sospesa per dieci anni, per appurarne gli effetti. La sospensione trova il consenso di alcuni, mentre si respinge l’abbandono dell’obbligo di bilinguismo. Si criticano le dichiarazioni di appartenenza linguistica opportunistiche, dettate da motivi economici.

 

10. Questioni sociali e sanità

Nello Statuto di autonomia dovrebbe essere menzionata l’equità sociale come condizione fondamentale per la pace. In linea con una cultura della solidarietà, tutto ciò che la comunità guadagna deve ritornare alla stessa. Il quadro della legislazione sociale è di per sé deficitario e si basa sul sistema dei trasferimenti sociali. Il reddito di base incondizionato e un proprio sistema di previdenza sociale dovrebbero trovare riconoscimento nello Statuto di autonomia. Ogni sistema fondato sulla solidarietà avrebbe anche dei limiti.

 

11. Scuola

Da un lato si discute del mantenimento inderogabile dell’art. 19 dello Statuto di autonomia e ci si esprime contro le sperimentazioni scolastiche. Per prima cosa si dovrebbe apprendere la lingua standard. Di contro si pone l’accento sul diritto dei genitori di scegliere un insegnamento bilingue. A tal riguardo si propone un’integrazione dell’art. 19 per permettere di iscrivere i propri figli anche presso le scuole che ricorrono all’immersione linguistica. Come alternativa si menziona l’adozione di un sistema scolastico orientato a quello britannico. Per quanto concerne la didattica, si chiede un miglioramento dell’insegnamento delle lingue straniere, ma anche un maggior accesso al mondo del lavoro e l’incentivazione dell’apprendimento autonomo. Si suggerisce anche lo sviluppo di progetti pilota che coinvolgano diversi gruppi linguistici. Il diritto dei bambini tedeschi di iscriversi presso scuole dell’infanzia di lingua tedesca situate in prossimità del luogo di residenza dovrebbe essere riconosciuto nello Statuto di autonomia. Altri pensano all’estensione del modello scolastico ladino alle scuole dell’infanzia. Il tema dell’autonomia dovrebbe costituire materia di studio.

 

12. Sostenibilità

Lo Statuto di autonomia dovrebbe definire gli indirizzi e obiettivi generali di tutela dell’ambiente, della diversità del paesaggio e della salute. Obiettivo primario di tutte le leggi dovrebbe essere il bene comune; si dovrebbero inoltre rafforzare il senso di responsabilità individuale e il senso civico. Le aziende agricole di piccole dimensioni meriterebbero un’attenzione particolare. Si dovrebbe intervenire sull’attuale sistema di trasporto delle merci, poiché altrimenti si rischierebbe il collasso del traffico autostradale. Si chiede un’informazione trasparente sui relativi costi. I circuiti economici regionali potrebbero ridurre il traffico di passaggio. L’Alto Adige dovrebbe essere preparato ad affrontare un futuro in cui le aspirazioni locali si contrappongono a quelle globali.

 

13. Sudtirolesi vittime di tortura

Nel corso dell’open space due testimoni raccontano dell’esperienza vissuta durante il periodo di custodia cautelare in carcere negli anni ’60. Si denuncia il fatto che negli anni della Repubblica furono perpetrati atti di tortura da parte dello Stato italiano e che nella grande maggioranza dei casi questi siano rimasti impuniti. Le torture sono definite sbagliate e illegittime. In memoria delle vittime di tortura sudtirolesi dovrebbe essere istituito un centro di documentazione, una giornata commemorativa con le bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio nel Consiglio provinciale. Davanti alle caserme nelle quali furono perpetrate le torture e alle abitazioni delle vittime o dei loro familiari dovrebbero essere collocate delle “pietre d’inciampo”.

 

14. Toponomastica

Si discute del concetto di “toponomastica interetnica”. Con ciò si fa riferimento alla possibilità di un’identificazione di tutti i gruppi etnici con i toponimi storici. La denominazione “Sudtirolo” dovrebbe sostituire quella di Alto Adige. Si deplora il fatto che mancherebbe il coraggio di eliminare i decreti fascisti e che gli approcci di natura tecnica non troverebbero alcun riscontro presso i politici. Si propone inoltre una soluzione che tenga conto della percentuale numerica dei diversi gruppi linguistici nei comuni. Si chiede una discussione civile ed interetnica della questione.