Constatando che la società altoatesina/sudtirolese è assai diversa da quella per cui l’artificio sociale della proporzionale è stato creato, trovo che tale meccanismo sia diventato nient’altro che uno strumento di egemonizzazione.
Si sente ancora riecheggiare la tesi strampalata contenuta nel compendio allo statuto di Autonomia scritta nel 1998 che la “minoranza locale”, senza uno strumento di protezione, nulla avrebbe potuto fare contro il popolo Italiano schierato a Salorno pronto per competere per un posto pubblico a Bolzano. Il cosiddetto “Patentino”, a mio parere, basta ed avanza a tenere fuori qualunque fantomatico irredentista errante, e sono inoltre sicuro che buona parte di quei 56milioni menzionati da qualcuno su questo sito non ha nessuna intenzione di venire in Alto Adige.
Assodato quindi che a concorrere non sono i 56 milioni, compresi bambini e pensionati, ma soltanto e sottolineo soltanto gli altoatesini di lingua italiana residenti in Alto Adige in possesso del “patentino”, perché mantenere quindi il meccanismo se non per un controllo unilaterale del territorio?
L’entusiasmo presente nelle tesi a sostegno della “proporzionale” esprime tutta la consapevolezza di trovarsi in una condizione di favore a cui risulta difficile rinunciarvi.
La proporzionale non fa quindi altro che perpetuare la contrapposizione tra il “Noi” e il “Loro” senza dare alcuna chance ad una condivisione matura del territorio.
Altro tema, non meno importante, è l’assoluta iniquità insita nel sistema basato sulla composizione etnica per la determinazione degli organi di governo locale.
Mantenere scientemente parte della popolazione locale al difuori del sistema decisionale, se non per gentile concessione, porta inevitabilmente alla disaffezione politica.
Tenere in vita la contrapposizione serve soltanto a coloro che della contrapposizione ne hanno fatto una ragione politica. Serve al progresso? Serve al processo di maturazione politica?
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