img_2020.jpg

Il Forum dei 100 incontra gli esperti

Il Forum dei 100 si è occupato oggi dei lavori della Convenzione dei 33, della collaborazione tra i due organi e dell’approfondimento di singoli temi con Francesco Palermo, Peter Hilpold, Heinrich Zanon, Karl Tragust e Stefan Lausch.

Il Forum dei 100 e la Convenzione dei 33 devono confrontarsi a pari livello, e ciò che viene discusso del Forum deve Sempre trovare spazio nei lavori della Convenzione: lo ha spiegato Christian Tschurtschenthaler, presidente della Convenzione, ai più di 70 partecipanti alla seduta odierna del Forum dei 100. Egli ha riferito dell’attività fino a oggi, dei temi discussi, dei contatti con la Consulta trentina, annunciando poi che neöla prossima seduta del 21 ottobre si discuterà di Europa: “Un tema assente durante la discussione del Pacchetto: è pertanto ancora più importante inserirlo nelle riflessioni”. Tschurtschenthaler ha poi chiarito che le iniziative legislative dei parlamentari altoatesini, che il pres. Kompatscher comunque aveva annunciato alla Convenzione, non rappresentano alcuna limitazione per i lavori della stessa. Anche i componenti delegati dal Forum alla Convenzione hanno relazionato su singoli temi che hanno destato l’attenzione dei media nelle scorse settimane: tra questi, la questione se si possa o debba discutere di autodeterminazione. Anche nel Forum si è discusso, oggi, di questo tema: se qualcuno si è espresso per l’esclusione di temi come questo, è parsa però opinione prevalente che l’autodeterminazione non debba essere un tema tabù, che la si ritenga ragionevole o meno. Per la stessa ragione ci si è rammaricati degli articoli nei quali la Convenzione viene definita inutile o addirittura dannosa.

Il Forum dei 100 si è suddiviso quindi in diversi gruppi di lavoro per approfondire singoli temi, quali lo sviluppo dell’Autonomia, il ruolo della Regione, la dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico, la proporzionale, la democrazia diretta, sociale e sanità e altri. In alcuni dei gruppi ci si è confrontati con esperti del settore, ai quali erano state già inviate delle domande. Il prof. Peter Hilpold, ad esempio, ha spiegato cosa si può intendere con “Autonomia integrale”: in un’epoca in cui gli Stati cedono sovranità all’Europa, essa non deve essere interpretata come collegata esclusivamente allo Stato, ma come momento di integrazione in Europa, sia per quanto riguarda l’economia che in relazione alla scuola e al suo collegamento a quella del mondo tedesco. Una doppia cittadinanza sulla base della diretta discendenza da cittadini austriaci è, secondo Hilpold, una tutela aggiuntiva per la minoranza linguistica.

“Dovremo sempre lottare, ma la clausola di tutela ci garantisce condizioni migliori”, ha invece spiegato il sen. Francesco Palermo, che ha tenuto una relazione sulla riforma costituzionale italiana. È vero, ha detto, che con essa lo Stato sottrae competenze alle Regioni a Statuto ordinario, ma si tratta per lo più di competenze mai esercitate. Per le Regioni a Statuto speciale, in base alla clausola di tutela, la riforma è valida solo con una modifica dello Statuto in accordo con le Regioni stesse: per la Provincia autonoma di Bolzano e quella di Trento, quest’accordo rappresenta di fatto, a causa dell’ancoraggio internazionale, un diritto di veto. Palermo ha però sottolineato la necessità di ancorare e sviluppare la clausola di tutela anche nel nuovo Statuto.

Karl Tragust, esperto del settore sociale, ha invitato a fare un esplicito riferimento, nello Statuto, alla giustizia sociale, in un periodo in cui l’ambito del sociale viene sempre più fatto scivolare dal settore pubblico a quello privato. Si potrebbe mettere nero su bianco che una parte delle entrate delle aziende pubbliche devono essere utilizzate a scopi sociali, e una clausola di garanzia dovrebbe assicurare, in caso di riduzione delle tasse, il finanziamento di esigenze sociali di base. Tragust ha anche sollecitato il passaggio di competenze legislative dalla Regione alle Province e l’acquisizione della competenza primaria sulla Sanità da parte della Provincia.

Heinrich Zanon, già presidente del Tribunale di Bolzano, ha sottolineato che un riferimento nello Statuto ai comuni ladini del Veneto (tra cui Cortina) sarebbe possibile solo quale cauta citazione delle comunanze storiche. Zanon ha riferito anche su bilinguismo, proporzionale, appartenenza linguistica e rappresentanza dei ladini. La determinazione di una lingua unitaria ladina sarebbe possibile, ma non va decisa sulla testa dei ladini; l’accesso dei ladini a posti pubblici riservati a tedeschi o italiani sarebbe una discriminazione positiva. Zanon ha ritenuto allo stesso modo fattibile che i concorsi vengano tenuti nella lingua di appartenenza dichiarata dal candidato o in entrambe le lingue, in modo da impedire dichiarazioni di appartenenza “opportuniste”, ma anche da rendere non più necessario l’esame di bilinguismo e, nel lungo periodo, la proporzionale.

Democrazia indiretta e democrazia diretta sono in rapporto tra loro e devono rispettarsi reciprocamente: questo il messaggio di Stephan Lausch, di Iniziativa per più democrazia, secondo cui, attualmente, la democrazia diretta è vista più come un fattore di disturbo dalla politica. Lausch ha suggerito una modifica dello Statuto nel senso di prevedere che le leggi fondamentali quali quelle sulla democrazia diretta o quella elettorale possano essere proposte e decise anche dalla popolazione. Allo stesso modo dovrebbe essere prevista la sovranità costituzionale: lo Statuto non è il sostituto di una Costituzione provinciale, e i sudtirolesi e  i loro rappresentanti politici non hanno potuto decidere in merito. Secondo Lausch, infine, dovrebbe essere considerato anche l’obbligo a un’informazione equilibrata in caso di consultazioni popolari.

Dopo le audizioni degli esperti, i rappresentanti degli otto gruppi di lavoro hanno riferito sui temi trattati, che vanno dall’economia alla scuola e alla cultura, dall’autodeterminazione allo sviluppo dell’Autonomia alla Regione, dalla convivenza all’integrazione, al plurilinguismo, alla proporzionale, all’appartenenza linguistica, fino  a sociale, salute e democrazia diretta. In quest’ambito sono stati riferiti anche alcuni risultati provvisori: il gruppo sull’autodeterminazione è favorevole a un riferimento ad essa nel preambolo dello statuto, il gruppo sulla democrazia diretta  sollecita una manifestazione informativa pubblica e un opuscolo informativo sul referendum costituzionale del 4 dicembre che presentino le posizioni pro e contro il quesito referendario. Anche il gruppo sull’Autonomia ha espresso alcuni suggerimenti sullo Statuto, tra cui un catalogo di diritti di base da formulare in maniera più ampia rispetto a quello della Costituzione.